Green pass, interviene il Garante della Privacy: “Non pubblicatelo sui social”

di | 25 Giugno 2021

In molti stanno condividendo sui social la foto del QR-code che attesta la vaccinazione effettuata, ma il QR racchiude info sanitarie e personali ricavabili da chiunque! NON FATELO !

Ormai sui social si pubblica di tutto, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze eventuali che questo gesto può avere, è il caso del Green Pass, ossia l’attestazione di avvenuto vaccino, che in troppi stanno condividendo su internet e sui social, ignari del fatto che questo gesto può esporre i loro dati personali e sanitari.

Una scelta irresponsabile, perché il QR-code visibile all’interno del certificato racchiude una miniera di informazioni personali e sanitarie, decisamente riservate.

A lanciare l’allarme è il Garante della Privacy, che sconsiglia i cittadini a “resistere alla tentazione di esibire il green pass, limitandoci a condividere la notizia con il mondo senza mostrare il codice elettronico”.

La nota – In un comunicato pubblicato sul proprio sito, il componente del Garante per la protezione dei dati personali Guido Scorza spiega che il QR-code visibile nel Green pass è per chiunque lo voglia “una miniera di dati personali invisibili a occhio nudo, ma ricavabili facilmente da chiunque avesse voglia di scoprire le informazioni personali che ci riguardano”. Nome, data e luogo di nascita, dosi di vaccino effettuate ma anche eventuali test rapidi e temponi molecolari.

“Il rischio – continua il componente del Garante per la Privacy Scorza – è di lasciare in giro per il web i propri dati sanitari, che potrebbe essere utilizzata per finalità non proprio opportune. Giusto per fare un esempio, dai dati ricavabili dal green pass un datore di lavoro può capire se un potenziale dipendente abbia patologie incompatibili con il vaccino o che sia contrario ad esso, e sulla base di queste informazioni negare un lavoro, oppure pensate alle compagnie assicurative che potrebbero rincarare la vostra polizza vita in funzione di alcuni parametri sanitari che vi riguardano. Però c’è di peggio, i vostri dati potrebbero essere utilizzati per profilazioni commerciali oppure per truffe”.

Rischio falsificazioni – La circolazione di molti QR-code, conclude il rappresentante del Garante Scorza, “potrebbe agevolare anche la circolazione di certificati falsi compromettendo l’obiettivo della circolazione sicura, ossia il motivo basilare per il quale il Green pass è stato creato”.

Quindi, non pubblicate e non mostrate il vostro Green Pass, né sui social e né su WhatsApp, nel migliore dei casi potranno leggere i vostri dati personali e sanitari, e nella peggiore delle ipotesi potranno utilizzare i dati per fini commerciali o effettuare truffe in vostro nome.

 

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